Venticinque motivi per trasformare l’Expo di Milano nella Silicon Valley italiana del cibo

Eccoli, uno dietro l’altro, ad opera di Marco Gualtieri, il fondatore di Seeds&Chips, l’incubatore italiano dedicato alle aziende innovative nel campo dell’alimentazione.

1) Perché la necessità di innovazione nella filiera agroalimentare è una delle sfide più importanti per l’umanità per i prossimi anni: la crescita della popolazione di un miliardo di persone in 10 anni e di un ulteriore miliardo negli anni successivi impongono la necessità di produrre cibo e acqua potabile per tutti in maniera sostenibile e con maggiore attenzione alla salute.

2) Perchè l’attuale sistema agricolo è la principale fonte di inquinamento del pianeta ed è quindi fondamentale innovare i processi attraverso l’ agricoltura di precisione e tecniche più sostenibili.

3) Perché la sicurezza (sanitaria, nutrizionale) alimentare è un obiettivo primario al cui raggiungimento contribuiranno sempre di più innovazione e tecnologia.

4) Perché queste sfide, “meta – challenge” per l’Unione Europea proprio per la loro importanza, considerato che impattano su salute, produzione, ambiente, economia e sviluppo, attirano sempre di più l’attenzione e l’interesse dei grandi investitori: New Food Economy.

5) Perché il governo USA ha recentemente dichiarato che “il cibo è la nuova frontiera della tecnologia”.

6) Perché è un nostro dovere, oltre che nell’interesse di tutti, dare consistenza e continuità alla legacy di Expo Milano 2015. La portata ed il successo di un evento come Expo si misurano anche, e forse prevalentemente, sulla sua eredità e capacità di amplificare l’indotto materiale ed immateriale anche nel tempo. La Carta di Milano ne è esempio e stimolo.

7) Perché l’innovazione digitale è per molti paesi ed in particolare per l’Italia una delle necessità e opportunità per i prossimi anni e nel suo sviluppo un ruolo molto importante lo possono giocare le startup.

8) Perché si prevede che l’innovazione digitale nel food (Internet Of Food, Food Tech, AgTech) entro 10 anni creerà oltre 1 milione di nuovi posti di lavoro.

9) Perché posizione geografica, collegamenti e infrastruttura tecnologica del sito di Expo non hanno al momento eguali.

10) Perché l’innovazione digitale nel food è anche lo strumento principale per la competitività dell’agroalimentare italiano nel mondo.

11) Perché quando si parla di cibo non si può non pensare all’Italia sia per la sua cultura e tradizione che per la sua biodiversità e per i suoi primati qualitativi e distintivi in agricoltura in termini di sostenibilità e produttività. Ma il futuro del cibo è l’innovazione (anche a tutela della tradizione e dei piccoli) e quindi il futuro dell’Italia è nell’innovazione del food.

12) Perché in Italia hanno sede la FAO e il World Food Programme e mai prima d’ora l’innovazione digitale può fornire soluzioni concrete per combattere la fame nel mondo.

13) Perché a Parma ha sede EFSA, l’ Autorità europea per la sicurezza alimentare.

14) Perché a Ispra (VA) ha sede il Centro Comune di ricerca della Commissione europea che comprende, tra gli altri, l’Istituto dell’ambiente e della sostenibilità e l’Istituto per la salute e la protezione del consumatore.

15) Perché l’Italia è leader mondiale nelle macchine agricole e l’agricoltura di precisione ne rappresenta il futuro.

16) Perché l’Italia è tra i principali player nell’industria aerospaziale ( con ampi distretti in Lombardia) e i droni rappresentano una tecnologia fondamentale anche per l’agricoltura di precisione.

17) Perché a Comerio (VA) la multinazionale Whirlpool ha il centro mondiale di ricerca e innovazione nel food.

18) Perché Microsoft Italia ha appena lanciato a Milano il primo acceleratore per startup nel food e l’azienda americana può sviluppare significativamente l’ecosistema.

19) Perché a Milano Accenture ha il centro mondiale dei “consumer goods” che comprende, oltre al fashion, food e innovazione per GDO.

20) Perché nella “food innovation” anche architettura (“Feeding the city” e “Urban Farming”), design (smart kitchen e packaging) e maker (stampa 3d) giocano un ruolo importante.

21) Perché la filiale italiana di Cisco sta già giocando un ruolo importante a livello globale per l’Internet of Food: agricoltura di precisione e tracciabilità.

22) Perché la sede Italiana di 3M a Segrate governa a livello internazionale l’innovazione nel design.

23) Perché IBM con il sistema Watson di cognitive cooking può aprire nuove frontiere nel mondo del cibo, così come potrebbero caratterizzarsi molto le sedi italiane di Google, Amazon, Apple e Facebook.

24) Perché in Italia ci sono decine di facoltà (biologia, agraria, agronomia, etc) e di laboratori e centri di ricerca e parchi tecnologici di eccellenza che hanno solo bisogno di un maggiore contatto con il mercato in un luogo dove questo sia, quindi, facilitato.

25) Perché l’interazione tra le eccellenze della ricerca, l’industria, le startup e la finanza (ecosistema) può accrescere la ricaduta economica e sociale sul Paesemolto oltre il perimetro di riferimento.

Continuità (legacy), innovazione e digitale (infrastrutture tecnologiche del sito e futuro), opportunità e necessità (di presidiare settore strategico per il Paese e per il mondo), focalizzazione ed ecosistema (sul tema e sul ruolo e sui contributi dei vari soggetti) sono quindi le parole chiave per comprendere l’importanza e le potenzialità di una precisa e strutturata caratterizzazione del sito di Expo.

Una soluzione che vede già perfettamente convergere i progetti di Assolombarda e Università degli studi di Milano e della disponibilità della Camera di Commercio di Milano con Innovhub, ma che sarebbe fortemente valorizzata, potendo così avere una portata internazionale, da una più marcata caratterizzazione sui temi di Expo e quindi sul cibo e sul suo futuro. In questo contesto, l’ecosistema potrebbe accogliere e stimolare molte altre attività e iniziative correlate e complementari:formative, come, ad esempio, scuole di alta formazione per la cucina; informative e divulgative, e quindi anche l’ipotesi di ricollocazione della Rai avrebbe “una identità coerente alla presenza di giovani, start up e innovatori”; istituzionali, e quindi potrebbero trovare opportuna collocazione la sede del Tribunale Europeo dei brevetti, l’Agenzia per la cooperazione internazionale ed anche l’Authority dell’acqua.