Senza un popolo da tassare l’economia non puo’ funzionare

E’ morale che i governi si indebitino al di sopra di un già proibitivo prelievo fiscale? Si possono chiamare sovrani quegli stati che si indebitano oltre ogni limite con la matematica certezza di risultare insolventi? E’ morale fare ricadere i debiti sulle generazioni future?

Se i governi sono dissipatori dovrebbero forse rimanere esenti da sanzioni solo perché il danno è fatto e il denaro è scomparso? Che differenza c’è dal punto di vista della moralità di questa condotta e quelle altre forme di disonestà che vanno sotto il nome di frode o di appropriazione indebita? Ora l’insolvenza può anche nascere da cause fuori del controllo del debitore ma non è il caso della Grecia. Aver ricevuto a più riprese sulla altrui fiducia denaro e averlo dilapidato nello stesso modo per tre volte consecutive nel giro di cinque anni è oggettivamente cattiva condotta che merita biasimo. Ma non prendiamocela troppo con la Grecia, questa pratica è diffusa ovunque, è la normalità. Ma è una pratica che sta uccidendo la democrazia, parola che i politici hanno sempre sulla bocca come fosse uno slogan ma di cui hanno perduto il senso.

Va detto ora molto chiaramente che l’immoralità di cui parliamo, debiti fuori controllo e spese sfrenate, è inevitabile perché è frutto dell’immoralità stessa della odierna concezione del denaro e del meccanismo per farlo circolare. E’ questo sistema a rendere fatale la bancarotta dei governi. I debiti non cadono dal cielo, sono votati e approvati dai governi. Ma il denaro è creato dalla banca centrale proprio acquistando questi debiti.

Perché acquista in massa questi debiti e non altre attività finanziarie? Perché deve aiutare i governi ad attuare i loro programmi sociali e siccome questi hanno rendimento economico negativo, non può che continuare in questa pratica per produrre il denaro di cui necessitano. Il debito diventa perpetuo e inesigibile. Il meccanismo monetario è dunque funzionale allo «stato sociale», quella colossale truffa redistributiva che alla fine rende una minoranza più ricca e la maggioranza più povera.

Oggi il denaro è debito. Supponiamo, per assurdo, che i creditori europei condonino alla Grecia tutto il debito, come fosse un paese del terzo mondo. Il condono ridurrebbe l’attivo di bilancio dei creditori ma, allo stesso tempo, ridurrebbe dello stesso ammontare lo stock monetario esistente cioè il totale dei mezzi di pagamento. L’ipotetico condono, dunque, creerebbe una contrazione monetaria con effetti deflazionistici, a cui la banca centrale dovrebbe rimediare immediatamente acquistando debito di pari quantità da rimonetizzare per ricostituire nell’economia la dotazione monetaria. Il debito, infatti, non può mai essere cancellato o ridotto, altrimenti compromette il potenziale di credito esistente.

I mezzi di pagamento complessivi dell’economia costituiscono il passivo bilancio della banca centrale, controbilanciato all’attivo dal debito dei governi. E’ il debito dunque a garantire la circolazione denaro. La creazione monetaria deve essere dunque continua: più denaro, più debito che deve aumentare almeno nella stessa misura degli interessi. Il debito, ovvero il denaro circolante, viene trasferito da un conto all’altro per pagare spese e redditi trasformandosi, in parte, in contante. Anche gli euro che abbiamo in tasca sono quindi una passività della banca centrale e, allo stesso tempo, certificati di debito delle tesorerie dei governi. A livello individuale, un debito viene saldato in contanti o a credito.

Ma a livello collettivo il debito non può essere mai ripagato perché l’euro, in qualsiasi forma, rappresenta sempre il debito delle tesorerie. Il debito resta sempre in circolazione. Questo va assolutamente compreso per capire la follia del sistema: a livello economico complessivo è semplicemente impossibile estinguere il debito; può solo aumentare. Se un privato subisce una diminuzione di reddito e quindi una contrazione monetaria, per preservare l’equilibrio del proprio bilancio, deve per forza ridursi le spese. Ma questo non è possibile nell’economia presa nell’insieme: una contrazione generale del reddito comporterebbe quella monetaria e quindi del debito provocando depressione.

Scomparendo il debito non sarebbe più possibile erogare credito! Per capire meglio questo sistema bisogna confrontarlo con quello in vigore mezzo secolo fa quando la base della circolazione monetaria era costituita dall’oro. Oggi, quando una persona prende a prestito, sia nel caso che restituisca il denaro, sia in caso di insolvenza, la banca cancella il credito contraendo, nella stessa misura, la circolazione. Pagamento o insolvenza sono, per così deflazionistici. Ma quando la banca prestava oro (o un effetto rappresentativo) in entrambi i casi, l’oro non scompariva dalla circolazione. Non c’èra bisogno di emettere nuovo debito per ricostituire la scorta monetaria. L’oro è antideflazionistico perché rappresenta «liquidità» vera in quanto o estingue il pagamento in via definitiva o rimane in esistenza.

Il terzo salvataggio della Grecia, tuttora in corso, rientra nella logica del sistema attuale. Il salvataggio è possibile solo aumentandone il debito che mai sarà ripagato e che impoverirà ancora di più il paese in quanto, per garantirlo, la fiscalità generale dovrà aumentare. Siamo dunque arrivati al punto essenziale di tutta la faccenda.

Il sistema monetario può sopravvivere finché il pagatore di ultima istanza è la collettività dei contribuenti. La Grecia è il primo paese ad essere caduto in disgrazia, non tanto perché si sia indebitato ma in quanto la sua economia asfittica non garantiva più ai creditori l’esistenza di un prelievo fiscale necessario, non tanto per ripagare il debito che come quello degli altri paesi è perpetuo, ma per dare, in prospettiva, l’illusione di ripagarlo.

Dal punto di vista finanziario, Spagna, Italia e Francia non sono molto messi meglio della Grecia, ma le loro economie, più dinamiche, danno la garanzia di poter essere ancora tartassate dalla fiscalità generale che rappresenta la cauzione per il debito.

Ma proprio per questo motivo sono, pure loro, sulla strada della grecizzazione.

Quella che porta agli aiuti umanitari da terzo mondo, come nel caso greco, dove si è arrivati al punto di non avere neppure i soldi per i medicinali. Quella che porta alla riduzione in «cattività» dei paesi da parte di un potere sempre più concentrato nelle mani di poche persone che ha illuso sui benefici dello stato sociale e del relativo sistema monetario per realizzarlo. La vera tragedia è non capire cosa sta succedendo restando in attesa di eventi fatali. Mai nella storia europea si sono visti tanti uomini di governo contemporaneamente così inetti e incompetenti.

Fonte: miglioverde.eu/debiti-perpetui-e-inesigibili-la-grecizzazione-delleuropa/