Lo scontro tra promotori finanziari e consulenti finanziari indipendenti proseguira’ a lungo

L’annoso dibattito che a lungo ha visto scontrarsi promotori finanziari e consulenti indipendenti sembra essersi concluso definitivamente lo scorso 29 maggio in occasione della relazione annuale dell’Organismo per la Tenuta dell’Albo dei Promotori Finanziari (APF).

Un appuntamento che quest’anno aveva un’importanza maggiore a causa delle numerose indiscrezioni che danno per avviato l’iter normativo che porterà alla nascita dell’Albo Unico di pf e consulenti con tanto di passaggio delle funzioni di vigilanza dalla Consob all’APF.

Un appuntamento che ha visto tutti i soci dell’Organismo (ABI, Assoreti e Anasf), nonché l’autorità di vigilanza (Consob) dichiararsi favorevoli alla riorganizzazione dell’Apf in modo tale che intorno ad esso vengano raccolti tutti i professionisti che gestiscono il risparmio delle famiglie. Ma anche un appuntamento che ha posto fine, appunto, ad un dibattito che a lungo ha visto scontrarsi, dall’arrivo della Mifid 1 (2007) ad oggi, promotori e consulenti.

Da tutti i soggetti presenti è stato affermato a più riprese che ormai i promotori iscritti all’Albo e i consulenti svolgono la medesima attività. “La differenza del promotore rispetto al consulente finanziario indipendente riguarda il soggetto che opera, mentre non riguarda l’attività, che sostanzialmente è la stessa” ha affermato nel corso del suo discorso il Presidente dell’APF Carla Rabitti Bedogni. “Le reti che si avvalgono di promotori fanno chiaramente consulenza, personalizzando i prodotti e i servizi sul singolo risparmiatore, offrendo piattaforme tecnologiche aperte ed evolute, e verificando puntualmente la situazione dei propri clienti”.

Nasce da qui la convinzione che la denominazione di “promotori finanziari” è ormai superata e la scelta di proporre una “modifica della denominazione di “promotore finanziario”, ritenendosi tale dizione non più adeguata a connotare il servizio effettivamente offerto” ha affermato Carla Rabitti Bedogni. “La denominazione “consulenti finanziari” risulta maggiormente adesiva rispetto alla principale attività svolta dai promotori e consente all’investitore di avere una migliore percezione del servizio che viene effettivamente reso”.

“La consulenza è ormai il core business della distribuzione” ha continuato Rabitti Bedogni. “Nel mercato sono rari i casi in cui un promotore, prima di raccogliere un ordine sugli strumenti, non fornisca “raccomandazioni” in termini di consulenza specifica su strumenti finanziari. Sono cioè insolite le situazioni in cui un promotore non proceda alla valutazione di adeguatezza”.

Per questo, ha concluso il presidente dell’APF, “i tempi sono maturi per una buona ed efficace regolazione che preveda l’albo unico per i promotori e per i consulenti finanziari. In sintonia con la Consob è stato avviato un processo di adeguamento normativo della disciplina dell’attività e delle funzioni di vigilanza sui promotori che, ci auguriamo, stia superando il primo passaggio dell’iter normativo previsto”.

Articolo ripreso da advisoronline.it – autore: Francesco Arco