La vera crisi mondiale nasce dall’assenza di una classe politica

Wall Sreet è sott’assedio, gli indignati hanno contagiato anche l’America ed è nato il movimento Occupy Wall Street. Poche cifre bastano a spiegare il perché di questa protesta: nei primi tre trimestri del 2010, un anno di magra quindi, le otto più grandi banche di Wall Street hanno messo da parte 130 miliardi di dollari per i bonus, equivalenti a 121 mila dollari a testa. Quattro anni prima, in pieno boom, questa cifra era di 113 miliardi di dollari, più bassa dunque, equivalente a 114 mila dollari per impiegato.

I giovani accampati nel parco Zuccotti, tra Ground Zero e il New York Stock Exchange, sono disoccupati o sotto occupati, non guadagneranno mai 100 mila dollari l’anno, sono le vittime della crisi del credito del 2008 e della recessione del 2010, iniziate a Wall Street. Come in Nord Africa, in Spagna, Israele la protesta è pacifica, i principali strumenti di lotta sono i telefonini e la furbizia dei ragazzi. Di fronte alla proibizione di usare i megafoni questi ragazzi hanno inventato un passaparola che funziona da amplificatore tra la folla.

Nel giro di pochi giorni identiche proteste sono sbocciate in tutti gli Stati Uniti: occupiamo Los Angeles, Boston, Chicago, Portland, Miami e così via. Lo stesso Obama durante una conferenza stampa alla Casa Bianca ha duramente criticato le banche ed ha ammesso che dietro le proteste di piazza c’è l’insoddisfazione della popolazione nei confronti dell’economia. Ma il suo populismo elettorale non fa presa sugli indignati americani che come quelli europei, arabi e medio orientali non si fidano della politica.

A monte della crisi economica, della disoccupazione, del precariato, della paura di scivolare in una depressione simile a quella del 1929, c’è un malessere globale che nasce dalle grandi diseguaglianze createsi nell’era della globalizzazione. Da un’indagine di Bloomberg emerge che un trader petrolifero con esperienza decennale guadagna un milione di dollari l’anno mentre un neuro chirurgo con la stessa esperienza lavorativa porta a casa 600 mila dollari. I banchieri che gestiscono l’M&A, acquisizioni e fusioni di imprese, guadagnano circa 2 milioni l’anno, 10 volte lo stipendio di chi fa ricerca medica per combattere il cancro. Non si perdona ai politici di non aver fatto nulla per garantire un’equa distribuzione della ricchezza. La crisi vera è dunque quella della politica, o meglio, della sfiducia nei confronti della classe politica. E proprio grazie alla globalizzazione è una crisi mondiale.

Articolo ripreso dal sito caffe.ch