La Federal Reserve impone regole piu’ severe alle banche USA

La Federal Reserve non vuole rischiare l’eventualità di una crisi delle maggiori banche degli Stati Uniti e propone nuove regole per limitare l’esposizione reciproca tra gli istituti finanziari. Obiettivo: prevenire il crollo di una “big” che potrebbe innescare una crisi a cascata.

Secondo i nuovi paletti proposti, l’esposizione creditizia netta tra i colossi della finanza, come ad esempio JP Morgan Chase e Goldman Sachs, sarebbe così limitata al 10% del loro capitale.
La maggior parte delle altre società finanziarie cui sono rivolte le nuove norme sarebbe invece soggetta a un limite del 25%, già previsto dal Dodd-Frank Act.

Secondo Paul Miller di FBR Capital Markets – che commenta la notizia pubblicata sul Wall Street Journal – le nuove regole potrebbero configurarsi come una “back-door” (una porta di servizio) per ridurre la dimensione delle banche.

Di certo la proposta della Fed mira a diminuire l’interconnessione del comparto finanziario americano, di cui la crisi del 2008 ha mostrato la debolezza quando il crollo dei titoli Lehman Brothers ha trascinato con sé gran parte del sistema stesso.
Come risultato, inoltre, le maggiori società potrebbero trovarsi costrette a tornare a un modello di banca più tradizionale, che ruota perlopiù attorno ai prestiti. Questa è l’opinione di Karen Shaw Petrou, managing partner di Federal Financial Analytics Inc. a Washington.

In linea di massima, queste nuove regole si applicheranno a tutte le banche con almeno 50 miliardi di dollari di patrimonio, così come a qualsiasi società di pari livello anche se non strettamente finanziaria (comprese le compagnie di assicurazione o i gestori patrimoniali che amministrano compagnie ritenute come una minaccia potenziale per la stabilità finanziaria).

Resta da interpretare il silenzio delle sei banche americane più grandi – J.P. Morgan Chase, Bank of America Corp., Citigroup Inc., Wells Fargo & Co., Goldman Sachs Group Inc. e Morgan Stanley – che, per ora, hanno preferito non commentare la notizia.

 

Testo ripreso da valori.it