Il renminbi nuova valuta commerciale per gli scambi in Asia

Il “blocco del Renminbi” si è ormai formato in Asia Orientale e sempre più nazioni abbandonano il dollaro per settare al loro valuta sul Yuan cinese – un segnale importante del successo della scommessa cinese di internazionalizzare la propria valuta. Il Peterson Institute for International Economics (PIIE) ha affermato che dalle sue ultime ricerche la Cina si sta avvicinando al suo obiettivo di lungo termine di rendere il Renminbi una valuta globale di riserva.

Dall’inizio della crisi finanziaria sempre più nazioni, specialmente fra le economie emergenti, vedono lo Yuan come la principale valuta di riferimento quando settano il tasso di cambio. Ora 7 economie su 10 della regione – inclusa Sud Corea, Indonesia, Malaysia, Singapore e Thailandia seguono il Renminbi più da vicino del dollaro USA. Solo 3 economie, Hong Kong, VietNam e Mongolia hanno ancora valute che seguono più da vicino il dollaro che il Renminbi dice il report pubblicato sul sito della PIIE. Il Won Sud Coreano per esempio si è apprezzato in sincrono col Renminbi contro il Dollaro a partire da metà 2010.

La Cina ha aspirato da tempo a far salire la propria valuta a livello globale insieme con la crescita della sua economia che solo l’anno scorso è arrivata ad essere la seconda al mondo (dietro solo agli Stati Uniti). L’obiettivo è stato sviluppato parecchio negli ultimi anni che hanno visto la Cina promuovere gli scambi commerciali bilaterali con singoli stati denominandoli in Renminbi. Come risultato Hong Kong è velocemente assurta al ruolo di centro di scambio offshore del Renminbi al mondo con depositi per circa 600 miliardi di Yuan (circa 80 miliardi di euro).

Secondo l’ultimo rapporto della Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT) gli scambi denominati in Renminbi sono saliti al 10% di tutto il commercio estero cinese a luglio. Questa percentuale era lo 0% solo due anni fa. Dal 1° luglio a fine agosto il numero dei pagamenti in renminbi è salito del 15,6% secondo la SWIFT mentre i pagamenti in altre valute sono calati mediamente dello 0,9%. Il Renminbi aveva un market share dello 0.53% ad agosto superando la Corona Danese e diventando la 14° valuta di pagamento al mondo.

I contratti internazionali settati in Renminbi triplicheranno a 6,5 trilioni di Yuan (un po’ meno di 1 trilione di euro) nel giro dei prossimi 3 anni secondo quanto detto dalla Royal Bank of Scotland Group PLC a Bloomberg il 9 ottobre scorso. I settlements in Renminbi saliranno dal 12 al 20% quest’anno e nel giro di due anni raggiungeranno il trilione di dollari in crescita dai 330 miliardi di $ del 2011, ha detto il capo del China desk per l’RBS in Europa, Medio Oriente ed Africa, Janet Ming che ha detto a Bloomberg che “Stiamo vedendo un sacco di clienti che iniziano ad usare e praticare il Renminbi.

Per la maggior parte delle banche e delle companies la Cina e l’India sono dove c’è lo sviluppo e se lavori con la Cina ignorare il Renminbi non è una bella mossa.” Wang Jianhui, capo economist alla Southwest Securities Co Ltd, condivide: “gli investitori cercano altre valute su cui scommettere in un momento in cui sia il Dollaro che l’Euro sono sotto pressione. Questa è una buona opportunità per lo Yuan” ha detto.

La RBS ha predetto in un report questo martedì che il Renminbi sarà pienamente convertibile per il 2015 e la PIIE ha detto che il Renminbi potrebbe assurgere allo status di valuta internazionale in 10-15 anni se il paese riesce a riformare il suo mercato finanziario e a permettere un maggiore accesso agli investitori stranieri tramite liberalizzazione del capital account.

Il formarsi del blocco del Renminbi è il risultato della crescita della Cina come maggiore partner commerciale della regione. La quota cinese degli scambi manifatturieri nell’Estremo Oriente è salita dal 2% del 1991 a circa il 22% di quest’anno secondo il rapporto del PIIE. Di fatto il commercio è alla base della spinta del Renminbi anche al di fuori dell’Asia Orientale. Le valute di India, Cile, Israele, Sud Africa e Turchia ormai già seguono l’andamento dello Yuan, a volte anche più da vicino di quanto non seguano il Dollaro USA.

Il Renminbi sarebbe anche più attraente se si procedesse a liberalizzare ulteriormente i mercati finanziari e valutari cinesi, dice il report PIIE. Alcuni temono che la Cina segua la salita e il crollo successivo del Giappone nelle scorse decadi ma non l’istituto: “Bisognerebbe rendersi conto che neanche nei giorni milgiori del suo miracolo economico post bellico il Giappone si è mai avvicinato a rivaleggiare col Dollaro USA. Non c’è mai stai nulla di simile ad “blocco dello Yen” in Asia.

 

Traduzione articolo originale a cura del blog Argentofisico