Il QE di Mario Draghi non basta alle imprese Cos’altro si puo’ fare per rilanciare l’Economia

L’attuale QE da solo non può risolvere il problema del credit crunch: la mancanza di misure per la soluzione del credit crunch attualmente è il problema che blocca l’operatività delle imprese. I fallimenti e le chiusure delle piccole e medie imprese derivano dalla mancanza di liquidità e su tale fronte il governo dovrebbe operare subito con un decreto legge che non deve rinviare a futuri decreti attuativi.

Bisogna proporre nuovo accesso al credito a imprese, privati e PA. Ma in che modalità?

Tutte le modalità operative dovrebbero essere contenute nel decreto legge e lo stesso, essendo immediatamente operativo, avrà efficacia immediata sull’economia.

Si, è vero che Draghi si era già aperto ad una politica monetaria espansiva con strumenti non convenzionali.  Da precisare che a causa del credit crunch, nel mondo delle imprese vi è stata una selezione naturale: il 10% sono divenute più virtuose e più forti, mentre il restante 90% si è indebolito.

A questo punto l’intervento statale diventa necessario, alle imprese non arriverà la liquidità nemmeno con la tanto attesa e dovuta misura non convenzionale di Draghi – il quantitative easing – annunciato pochi giorni fa.

Ogni giorno cresce la chiusura delle Pmi con incremento della disoccupazione e con la conseguente richiesta di ammortizzatori sociali, le entrate tributarie scendono, le rateizzazioni all’Equitalia crescono, il PIL è sceso anche nel 2014 dell’1%.

La crescita del PIL può essere attuata solo dalle imprese. Oggi vi è uno scenario economico positivo dovuto alla svalutazione dell’euro e al basso prezzo del petrolio.

Le banche devono tornare a fidarsi delle imprese: oggi le banche con il QE hanno un’ammontare di liquidità che deve essere investito. Lo stato deve favorire questo passaggio concedendo la garanzia statale sui crediti bancari alle imprese.

Nel provvedimento che si sta predisponendo nel governo di riforma del fondo centrale di garanzia, occorre attuare subito le misure sotto elencate:

A) Credito per le imprese italiane
Il principio che viene seguito per tale intervento è semplice: dare alle imprese dell’economia reale le stesse chance date a quelle dell’economia finanziaria.
Ricordiamoci che lo Stato ha garantito 250 miliardi di collaterale che le banche hanno dato alla Bce per avere i prestiti all’1%, pagando una commissione dell’1%.

Naturalmente, con modalità diverse, si dovrà assumere uno stesso comportamento nei confronti delle piccole e medie imprese italiane che sorreggono l’economia reale e conseguentemente l’occupazione.

Per tale intervento non è necessaria la copertura finanziaria, come non fu necessaria per garantire il collaterale delle banche ( il «Salva Italia» del Governo Monti del 2011). Non sarà quindi necessaria oggi per le garanzie alle imprese dell’economia reale.

L’ammontare dell’intervento dovrà essere almeno di 100 miliardi di euro, con la garanzia del 50%: lo Stato incassa subito dalle imprese la commissione dell’1%, circa 500 milioni.

  • A1) aumentare il plafond della legge 662/96 Devono essere garantite, in presenza di un bilancio certificato in utile ed in presenza dell’impegno di non diminuire l’occupazione per il prossimo triennio, delle linee di credito che l’impresa potrà utilizzare a suo piacimento, pari al 40% del fatturato. La concessione della garanzia dovrà avvenire con la procedura semplificata e tutta attraverso il portale telematico e il tempo di concessione per legge non potrà superare i 15 giorni lavorativi.
  • A2) prevedere prestiti garantiti da immobili anche di terzi o da altri asset della società che possano avere un valore – come il marchio il brevetto, ecc.- a favore di imprese in crisi, in presenza di un piano di ristrutturazione sottoscritto anche dai lavoratori. La concessione del prestito potrà essere subordinata anche da accordi con altre imprese, privilegiando le imprese legate da un contratto di rete, accordi che dovranno essere sottoscritti da tutte le imprese interessate per avere la concessione del prestito. Il prestito potrà essere concesso dalla Cdp (cassa depositi e prestiti) e nel caso di prestiti immobiliari si potrà utilizzare la formula della locazione finanziaria che permette l’immediato trasferimento del bene alla Cdp. Lo stesso bene dovrà essere ritrasferito al momento del rimborso integrale del finanziamento. Le modalità di concessioni di tali linee di credito non potranno superare trenta giorni dalla richiesta.
  • A3) prevedere agevolazioni fiscali per gli strumenti alternativi di finanziamento delle piccole e medie imprese. Per i minibond emessi nel prossimo triennio si dovrebbe prevedere l’esenzione fiscale totale per i sottoscrittori; per agevolare la quotazione in borsa, concedere un credito di imposta pari al 100% delle spese sostenute per la quotazione, spese che devono essere certificate dall’organo di controllo interno.

B) Credito per i privati cittadini italiani
La banca, al verificarsi delle condizioni previste dalla norma, sarà obbligata alla concessione del credito, essendo garantito dalla Cdp.

La Cdp per l’acquisto degli immobili B1 e B2 (elencati e descritti più avanti) sarà garantita dalla riserva di proprietà del bene immobile, mentre per i finanziamenti B3 e B6 vi sarà la fideiussione di tutti i proprietari e di tutti i titolari di diritti reali sull’immobile finanziato o in alternativa l’ipoteca per i B3 che superano le 60 rate di rimborso e per i B6; per i finanziamenti B4 e B5 sarà necessaria la fideiussione personale dei genitori e dello studente al raggiungimento della maggiore età.

  • B1) acquisto immobili Per tutti i privati bisognerebbe prevedere una possibilità di acquisto dell’immobile da adibire a propria residenza principale, anche con la formula del Rent to buy. Si dovrà redigere una tipologia contrattuale che soddisfi tali esigenze: naturalmente, ciò potrà essere riservato solo a chi non è già proprietario di altri immobili ad uso residenziale e con un reddito non superiore ad un limite di 30.000 euro e un isee che non superi i 50.000 euro.
  • B2) per giovani coppie, prevedere mutui ipotecari con la durata massima di 30 anni, anche con la formula del Rent to Buy. La locazione potrà essere effettuata per un periodo massimo di 8 anni, successivamente si procederà all’acquisto con decurtazione del canone pagato limitatamente alla parte del capitale. Per tali prestiti vi sarà la garanzia della Cdp.
  • B3) prestiti per la manutenzione su immobili anche condominiali Prevedere prestiti pari all’intervento di manutenzione che deve essere certificato per la sua congruità da un tecnico abilitato. Tutti i pagamenti dovranno essere fatti con bonifico e gestiti dalla banca scelta dal proprietario o dall’amministratore condominiale; su tale prestito le banche potranno applicare lo spread massimo del 2% sul tasso di riferimento scelto e il rimborso potrà avvenire con 60 rate mensili. Nel caso che il prestito superi la durata di 60 rate mensili, esso dovrà essere garantito da ipoteca, che potrà essere di secondo grado nel caso vi sia capienza nel valore dell’immobile decurtato del 20%.
  • B4) prestiti universitari Da concedere agli studenti universitari finalizzati al finanziamento sia della tassa di iscrizione sia dei libri e del canone di locazione. L’ammontare del prestito sarà pari a 5.000 euro per ogni anno universitario; per il mantenimento del prestito occorre la regolarità del percorso degli studi, e chi perde il diritto dovrà restituire il prestito in 60 rate mensili. Il tasso di interesse sarà pari al tasso legale con una maggiorazione dello spread dell’1%, lo studente universitario sceglierà la banca che dovrà gestire il prestito per le finalità a cui esso è destinato. Chi completa il percorso degli studi dovrà restituire il prestito al compimento dei trent’anni in 60 rate mensili.
  • B5) prestiti da concedere ai genitori Per lo studio dei figli: prevedere finanziamenti che possono essere rimborsati al conseguimento della maggiore età del figlio, oppure, nel caso voglia continuare gli studi, dopo il conseguimento del titolo universitario. L’ammontare del prestito potrà essere pari a 10.000 euro per ogni figlio; la scadenza dello stesso sarà al termine degli studi non superando il 19 anno di età. La durata del prestito potrà essere incrementata in caso di iscrizione ad un corso universitario: in ogni caso il rimborso avverrà in 60 rate mensili decorrenti dalla scadenza e su tale prestito graveranno gli interessi legali maggiorati di uno spread dell’1%. Tale prestito deve essere utilizzato solo per il pagamento delle tasse di iscrizione, per l’acquisto dei libri e di altri strumenti richiesti dall’istituto e per i mezzi di trasporto necessari per recarsi presso l’istituto scolastico. Il finanziamento sarà gestito da un istituto di credito scelto dai genitori e sarà garantito da entrambi.
  • B6) possibilità per i proprietari di immobile di ottenere un prestito di liquidità sull’immobile stesso per un importo pari al 50% del suo valore. Tale prestito dovrà prevedere un periodo di pre ammortamento di soli interessi per un periodo di tre anni; la durata non potrà essere superiore a venti anni e sarà garantito da ipoteca di primo grado. Tale formula deve essere destinata esclusivamente a chi perde il posto di lavoro con un isee inferiore a 20.000 euro.

C) Credito per la pubblica amministrazione
Si dovrà eliminare il patto di stabilità per gli investimenti in infrastrutture a condizione che gli enti predispongano un programma di riduzione della spesa corrente per il personale che preveda una riduzione del 2% annuo e che gli investimenti siano finanziati con prestiti concessi dalla Cdp ad un tasso che preveda uno spread fisso pari all’1%.

  • C1) i prestiti devono essere destinati alla costruzione di opere pubbliche, anche da parte delle società partecipate, dove l’ente pubblico ha la maggioranza sia del capitale che della governance. Nel caso di società partecipate, le stesse non potranno mai chiudere il bilancio in perdita; sarà una causa di risoluzione del prestito che dovrà essere restituito immediatamente.
  • C2) i prestiti potranno essere utilizzati per finalità sociali nei limiti del 10% delle entrate dell’ente pubblico. In tal caso l’ente dovrà produrre annualmente alla Cdp un rendiconto su tale utilizzo con il nominativo di tutti i beneficiari.
  • C3) prevedere l’emissione dei minibond per le società partecipate di proprietà esclusiva dell’ente pubblico. Gli stessi potranno essere garantiti dall’ente. La garanzia prestata non dovrà essere oggetto di calcolo nel patto di stabilità. I minibond potranno essere sottoscritti anche da privati a condizione che vi sia un documento informativo sull’operazione pubblica finanziata e contenta il bilancio dell’ente che garantisce il rimborso. I minibond potranno essere emessi solo per opere pubbliche che possano avere un ritorno economico.

Articolo ripreso dal blog “Gli Squali di Wall Street” su Blogspot.it