I ricchi americani tirano la carretta per i loro poveri. Quando accadra’ questo in Italia?

Praticamente metà degli americani non paga tasse sul reddito. E tre quarti dei nuclei familiari arriva, al massimo, ad un’aliquota marginale del 15%. In questo sistema l’84% dei $1.4 trilioni di entrate dalla tassa sul reddito viene pagato solo dal 20% più ricco, gente che guadagna almeno $10,000 al mese. Per questo la social democrazia di Bernie Sanders non trova spazio negli USA.

L’Internal Revenue Service (IRS), il fisco americano, ha pubblicato da poco i moduli per il pagamento delle income taxes del 2015. Non sono un esperto di tasse ma mi ha sempre incuriosito scoprire quanto pagano gli americani. Naturalmente sappiamo che il governo federale (centrale) statunitense riceve un totale di entrate fiscali di $3 trilioni (dati 2014). Di questi il grosso sono proprio income taxes: $1.4 trilioni, pari al 42% della torta. Un altro 40% sono le payroll taxes che vanno a pagare la social insurance. Le corporate taxes sono solo $0.3 trilioni (un misero 10% del totale). Il resto sono tasse minori. Questo per quanto riguarda il governo federale. Poi ogni stato raccoglie soprattutto le sales taxes, mentre le città si tengono le property taxes.

Ma questi sono dati aggregati e a me interessa sapere quanto paga l’average Joe, l’americano medio. Qui le cose si fanno più complicate perché il tutto dipende non solo da quanto si guadagna, ma anche se marito e moglie dichiarano le tasse assieme, da quanti figli hanno, se hanno il mutuo, le spese sanitarie e una miriade di cosucce deducibili.

Per prima cosa, quanto guadagna l’americano medio? O più di preciso, quanto guadagna il nucleo familiare medio (il cosiddetto household), perché dal punto di vista fiscale il tutto si misura in nuclei familiari. Non ha importanza che ci siano oltre 300 milioni di americani, quello che importa al fisco è che la popolazione è raggruppata in 116 milioni di tax-paying households. Bene, l’household medio guadagna al lordo $67mila, ma come sappiamo la media viene fatta sommando il reddito di tutte le famiglie (Bill Gates e Warren Buffett inclusi) e dividendo per il numero di famiglie. Il dato medio può dare una versione un po’ distorta dell’average Joe ed è più indicato utilizzare il reddito dell’household mediano, che è $53mila: ossia, metà dei nuclei familiari americani guadagna meno di $53mila e metà guadagna di più di $53mila. Possiamo fare meglio e suddividere per quintili (dati US census 2014):

20% di famiglie

40% di famiglie

60% di famiglie

80% di famiglie

95% di famiglie

fino a $21,432

fino a $41,186

fino a $68,212

fino a $112,262

fino a $206,568

Il 20% delle famiglie americane guadagna meno di $21mila, il 40% guadagna meno di $41mila, il 60% guadagna meno di $68mila, l’80% guadagna meno di $112mila, il 95% guadagna meno di $206mila, e il 5% più ricco guadagna su su su, fino ai bilionari.

Ora, sapere quanto pagano di tasse in ogni scaglione è un po’ più complicato perché appunto non sappiamo se il nostro average Joe che guadagna $53mila è sposato, se ha figli, eccetera … Il census americano fornisce dati sui nuclei familiari: il 48% è sposato, in media ci sono 1.8 figli per coppia, e così via. Ma queste caratteristiche del nucleo familiare sono sparpagliate lungo la distribuzione del reddito. A prescindere, questi particolari alla fine non hanno un grosso peso perché, da come scopriremo, il fisco americano è assai generoso a questi livelli di reddito.

Il modulo 1040 per la dichiarazione dei redditi funziona così: per scoprire il reddito tassabile partendo dal reddito lordo dichiarato ci sono una serie di possibili detrazioni che tralascierò per concetrarmi sulle due principali: la standard deduction e la exemption. Il reddito lordo non è tutto tassabile, difatti si può sottrarre la standard deduction di $12,600 per coppie (e $6,300 per singoli). Non è finita qua, perché poi si possono sottrarre le exemptions, e cioè $4,000 per ogni membro del nucleo familiare. Il singolo sottrae altri $4,000; la coppia senza figli $8,000, la coppia con un figlio a carico $12,000; la coppia con due figli $16,000; la coppia con tre figli $20,000 e mi fermo qui.

Allora, prendiamo il nostro average Joe che guadagna con la moglie $53,000 in lordo. Sottraiamo $12,600 di standard deduction, e $16,000 di exemption (arrotondo a 2 gli 1.8 figli della media americana). Scopriamo che il suo reddito tassabile finisce per essere $24,400 (53 meno 12.6 meno 16). E quante tasse paga il nostro average Joe? Dopo mi soffermo sulle aliquote marginali americane, ma per arrivare subito al dunque, secondo la tabella fiscale di questo anno, con $24,400 di reddito tassabile la income tax è $2,741. E il nostro average Joe le paga? No! Il fisco americano ti fa una sorpresa perché una volta che hai scoperto quanto devi pagare, ora puoi dedurre il child tax credit, ovvero togli altri $1000 per ogni figlio che hai. Quindi il nostro average Joe con due figli a carico sottrae $2,000 e paga solo $741 di tasse. Se ha tre figli non paga un bel niente. Su $53,482 lordi, una famiglia tipica paga $741 all’anno, e cioè il 1,4% scarso, praticamente nulla.

Ora, magari il vicino di casa senza moglie e figli che guadagna solo $41,000 lordi finisce per pagare di più: $41,000 lordi meno $6300 di standard deduction (per il single) e meno solo $4000 di exemption, si arriva a $30,700 di reddito tassabile che equivale a $4,043 di income tax, il 9,9% del lordo. Quindi è difficile dire che tutti quelli che guadagnano meno di $53,000 non pagano le tasse, ma la percentuale di coppie è considerevole, in più la media di due bimbi per famiglia non è fantascienza. Insomma, pressapoco metà degli americani non deve praticamente neanche pagare l’income tax. Se i più poveri non pagano e, da quel che abbiamo visto, nemmeno il ceto medio-basso (la lower-middle class) paga, chi li paga questi $1.4 trillion di income tax?

Guardiamo all’altro vicino di casa di average Joe, quello a capo della famiglia che guadagna in lordo $68,200 all’anno, meglio del 60% dei nuclei familiari americani. Detraiamo la standard deduction di $12,600 per la coppia, e $16,000 di exemptions (diciamo che anche lui ha moglie e due figli): il reddito tassabile diventa $49,600. La tabella del fisco indica $6,514 di tasse, meno $2,000 di child tax credit e siamo a $4,514, e cioè solo il 6,6% del lordo. Ma che aliquote marginali vengono utilizzate per determinare queste tabelle fiscali? Per il 2015 queste:

Tax Rate

Single

Coppia

10%

$1 – $9,225

$1 – $18,450

15%

$9,226-$37,450

$18,451-$74,900

25%

$37,451-$90,750

$74,901-$151,200

28%

$90,751-$189,300

$151,201-$230,450

33%

$189,301-$411,500

$230,451-$411,500

35%

$411,501-$413,200

$411,501-$464,850

39.60%

oltre $413,200

oltre $464,850

Ricapitolando, la coppia con due figli che guadagna $68,200 di lordo, e di questi $49,600 sono tassabili, deve pagare il 10% sui primi $18,450, e sul rimanente $31,150 paga il 15%. In sostanza tutta queste aliquote che vanno su (25%, 28%, 33%, 35%, 39.6%) non toccano minimamente la maggior parte degli americani, dato che una famiglia tipica, sopra il 60% delle altre e sotto il top 20%, al massimo paga una tassa marginale del 15% (e come abbiamo visto una tassa media del 6,6%).

Infatti lo scaglione dell’aliquota del 15% è talmente ampio che finisce per prendere dentro quasi tutto il quarto quintile. Guardiamo a quella modesta famiglia che guadagna $112,262, un misero $9,355 al mese, al di sopra dell’80% dei nuclei familiari americani. Qui siamo nel ceto medio-alto (upper-middle class). Togliamo i canonici $12,600 di standard deduction e i $16,000 di exemption per famiglia tipica: il reddito tassabile è di $83,662. Di questi, i primi $18,450 sono tassati al 10%, e quasi tutto il resto al 15%. Solo gli ultimi $8,762 vengono tassati allo scaglione del 25%. Il totale di tasse è $12,506 meno i $2,000 di child tax credit siamo a $10,506, una tassa media solo del 9,4% rispetto al lordo!

In sintesi, la stragrande maggioranza dei nuclei familiari americani (l’80%) raramente vede un’aliquota marginale oltre il 15%. Per questo mi viene da ridere pensando al dibattito elettorale per le primarie repubblicane, quando, prendendo fiato dalla caccia al mussulmano, ogni candidato presentava il suo programma fiscale con una flat tax che si aggirava sul 14.5%. Per la vasta maggioranza dell’elettorato si tratta quasi quasi di un aumento delle tasse!

In sintesi, gli americani più poveri (quelli con un reddito equivalente alla media italiana) ovviamente pagano zero tasse, ma praticamente anche il ceto medio-basso non ha tasse da pagare. Il ceto medio-alto al massimo vede delle aliquote al 10% e 15%. In sostanza è solo il 20% più ricco che paga praticamente quasi tutti i $1.4 trilioni di income tax. Questi sono i miei calcoli a spanne visti da un capo famiglia con modulo 1040 in mano, ma i dati aggregati combaciano. Secondo il Wall Street Journal ecco in che proporzioni vengono pagati gli $1.4 trilioni per quintili di reddito, ossia i vari ceti (stima 2014):

Quintili

Fascia di reddito

Quota del totale versato

poveri

$0-$24,200

-2.2%

ceto medio-basso

$24,200-$47,300

-1.0%

ceto medio

$47,300-$79,500

5.9%

ceto medio-alto

$79,500-$134,300

13.4%

ricchi

Sopra $134,300

83.9%

I numeri negativi per il 40% meno abbiente risultano dal fatto che il congresso americano ha deciso di incanalare alcuni benefici tramite l’income tax, forse per incentivare a dichiarare il reddito comunque o a lavorare comunque. In sostanza, tramite altre deductions non discusse in questo articolo (tipo l’Earned Income Tax Credit) l’IRS ti manda un assegno. Non solo un risarcimento di tasse pre pagate, ma proprio soldi in più.

Ma torniamo ai ricchi, quel 20% della popolazione che guadagna il 50% del reddito nazionale e che paga l’84% del totale delle tasse sul reddito versate. E pensiamo agli allarmi lanciati da Bernie Sanders, che ci avverte che il divario tra ricchi e poveri è il più elevato dagli anni ‘20. Se riflettiamo un secondo su cosa passa per la testa al nostro average Joe mentre compila il modulo 1040, ci rendiamo conto che un politico social democratico, come si auto definisce Sanders, non ha futuro negli Stati Uniti. È relegato ad essere una macchietta dovuta ad una dose di carisma personale aplificata dal rapporto energia-età, ma non c’è proprio spazio per questo tipo di idee. Lo slogan social-democratico del “dagli al ricco” può funzionare in Europa dove il peso fiscale ricade sopra le spalle del ceto medio-basso. Ma negli Stati Uniti l‘80% della popolazione è un free rider sulla groppa del 20% più ricco.

Non solo, ci sono delle esternalità positive ad avere tutti questi ricconi. Pensiamo alla Google car di Page e Brin che darà la possibilità al nostro average Joe di avere l’autista personale. Pensiamo a Bezos e Musk che, indipendentemente, hanno fatto atterrare un razzo in verticale, consentendo enormi risparmi per il settore spaziale, inaugurando una nuova sfera di crescita economica con benefici per tutti. Pensiamo alle auto elettriche di Musk, alla filantropia di Gates, a Trump che fa venire alla luce del sole tutto il razzismo americano, e così via. Oltre a queste esternalità positive i ricchi pagano il conto per tutti.

Sotto questo profilo l’America è un paese unico. Si gode di un apparato pubblico di ottimo livello che è alla base di un sistema che dà opportunità di crescita impensabili anche agli ultimi arrivati. E tutto questo viene pagato dal quinto più ricco della popolazione, mentre le decisioni su come amministrare il bene pubblico vengono prese dalla maggioranza. Allora qui bisogna fare una considerazione: speriamo che i ricchi diventino ancora più ricchi, perchè in questo sistema vuol dire non solo niente tasse per il ceto medio basso, ma ormai anche sempre meno tasse anche per il ceto medio alto.

Tutto ciò ha un che di surreale. Come è possibile che i ricchi e potenti decidano di tirare la carretta per tutti? In effetti, come indica un recente articolo del New York Times, il sistema fiscale americano è progressivo fino ad un certo punto. La partita si gioca all’interno del top 20% (vedi tabella WSJ): tra il 19% di famiglie che guadagnano tra un $120mila a un $600mila all’anno (un 62 milioni di americani), e il top 1% (3 milioni di cittadini o circa 1,2 milioni di famiglie). In realtà il problema non è nemmeno il top 1%, ma il top 0.1% e forse il top 0.05%, ossia fra le 100mila e le 50mila famiglie di multi milionari (e i bilionari) che usufruiscono di scappatoie fiscali costruite ad hoc a suon di lobbying. Sono queste scappatoie fiscali, disegnate chiaramente per famiglie con redditi almeno multi-milionari, che consentono loro di pagare tax rates da average Joe. Per questo Bernie Sanders che dichiara con la moglie $200mila di reddito, e che è costretto a pagare un’aliquota marginale del 28%, ce l’ha a morte con i super ricchi che non tirano la carretta quanto lui. Ma è una battaglia tra alcuni milioni di ricchi come Sanders e qualche decina di migliaia di uber ricchi come i tizi menzionati nell’articolo del New York Times. Una questione importante, sia chiaro, e che fa molto discutere (alla fine tutta l’attenzione mediatica ottenuta da Piketty e soci con i loro scritti si deve proprio alla presenza di queste scappatoie fiscali per quelle poche decine di migliaia di uber ricchi) ma, occorre riconoscerlo, è improbabile assai che questa possa diventare la questione fondamentale su cui l’altro 80% delle famiglie concentra le proprie decisioni di voto.

Pur tenendo conto di questa ingiustizia degli straricchi nei confronti dei ricchi, rimane il fatto che la stragrande maggioranza degli americani, anche se con redditi da capogiro quando confrontati a quelli italiani, pagano delle tasse irrisorie sul proprio reddito. Questo perché la distribuzione di reddito non è un gioco a somma zero, dove se uno diventa ricco è a scapito del povero. Con questo sistema fiscale è vero il contrario.

NDR: un nostro piccolo commento a chiusura: certo, pagano poche tasse. Però poi un 30 % di queste cifre nella classe media se ne va per l’assicurazione sanitaria, perlomeno per chi ce l’ha buona. E allora il ragionamento rimane valido ma la soglia di ricchezza nel top 20% va innalzata ben oltre i 120.000 dollari di cui si parla nell’articolo.

 

Articolo di Lodovico_Pizzati, ripreso dal sito NoisefromAmerika.org

Link: noisefromamerika.org/articolo/speriamo-che-ricchi-diventino-ancora-piu-ricchi