Elizabeth Holmes non sara’ la nuova Steve Jobs (forse)

Forse Elizabeth Holmes ha bruciato le tappe. Forse la fame di risultati della Silicon Valley le ha fatto sprecare un progetto in cui, sin dalla sua nascita, hanno creduto decine di facoltosi investitori. Sta di fatto che la fondatrice di Theranos, startup medicale arrivata a valere 9 miliardi di dollari, ora è nei guai.

(Nota della redazione: noi alla storia che queste rivoluzionarie metodologie di analisi fossero praticamente un falso crediamo molto, molto poco. Come sempre, il tempo dirà chi avrà avuto ragione…)

L’inchiesta della Food and Drug Administration

La Food and Drug Administration, la US Securities and Exchange Commission dello stato della California, l’assicurazione sanitaria Medicare e i dipartimenti della sanità di Pennsylvania e California hanno messo sotto accusa la società di Palo Alto per truffa e negligenza e ne hano bloccato l’operatività per i prossimi due anni.

Sembra che i risultati delle analisi del sangue prodotti dal rivoluzionario test Edison non fossero accurati. A far scoppiare la bolla, le dichiarazioni di dipendenti ed ex tali in un’inchiesta del Wall Street Journal.

La vera innovazione di questo dispositivo stava nell’utilizzare poche gocce di sangue prelevate con una semplice e indolore puntura sul polpastrello. Addio quindi a siringhe e massicci prelievi. Inoltre Theranos sosteneva che l’efficienza del test era visibile anche nei risultati delle analisi, più rapidi e meno costosi.

Ma il progetto era forse troppo bello per essere vero. Tra le accuse mosse a Theranos si legge “uso di personale non qualificato“, “mancato rispetto degli standard di controllo e qualità”, “mancanza di corretta documentazione sui protocolli adottati”.

Osannata da Forbes e Fortune, inserita da Time nella lista delle persone più influenti al mondo, una delle poche donne miliardarie under 35, Elizabeth Holmes era osannata come la futura Steve Jobs, complice anche il suo look immutabile a base di maglioncino a collo alto nero e jeans. L’avventura inizia nel 2003, quando la Holmes crea una software company e lavora su una proteina che possa diagnosticare la SARS a Singapore.

Incoraggiata dal suo professore di chimica Channing Robertson, lascia Stanford a 19 anni e crea Theranos. Alla fine del 2004, la startup aveva raccolto 6,9 milioni di dollari, di cui il primo milione investito da Tim Draper, uno dei fondatori della Draper Fisher Jurveston.

Due round da 16M e uno da 28,5: Theranos diventa un unicorno

L’azienda ha continuato ad attirare investimenti, chiudendo due round da 16 milioni di dollari e un terzo da 28,5 milioni di dollari nel 2006. Nel 2010 Theranos riceve da un singolo e anonimo investitore 45 milioni di dollari, portando la cifra complessiva raccolta in soli sei anni a 70 milioni di dollari.

Tra gli investitori si contavano anche ATA Ventures, Tako Ventures, Continental Properties Inc. e Larry Ellison, precedentemente CEO di Oracle. Nell’estate del 2014 la società aveva raccolto circa 400 milioni di dollari, portando il valore di Theranos a 9 miliardi di dollari.

Con il 2015, arrivano i guai. Secondo Wired la corsa al risultato a tutti i costi intrapresa da Theranos, anche a costo della correttezza scientifica, poteva essere il frutto delle pressioni fatte dalla Silicon Valley e dagli investitori, che volevano spingere in alto questa startup. Ora la rivoluzione sbandierata da Theranos con il test Edison sembra avere gli aghi spuntati (ndr: e lo ripetiamo anche qui in chiusura, ci crediamo molto, molto poco. La vera domanda ora e’: cosa fara’ la Elizabeth adesso?)

 

Testo ripreso da startupitalia.eu