Commento sulla politica italiana di Eugenio Benetazzo 2012

Preparatevi perchè presto in molti rimpiangeranno Mario Monti & Company: tutti i media nazionali sono occupati a commentare le nuove e probabili misure che ha varato e varerà l’attuale esecutivo, nessuno invece si sta concentrando su quanto stanno facendo dietro le quinte i vecchi leader della politica italiana, ormai deposti momentaneamente in cantina.
Il piano ed il loro intento è infatti piuttosto comprensibile se ci pensate, Mario Monti è un attore di passaggio nella scena politica italiana (destinato tuttavia a lasciare il segno), i cui obiettivi professionali non sono certo la politica italiana, quanto piuttosto un premio Nobel all’Economia o una candidatura alla Presidenza della Repubblica.
Tra un anno infatti la sua missione si esaurirà e a quel punto ecco pronto il Piano B (b come buffonata): far nascere una nuova Democrazia Cristiana intesa come nuova coalizione moderata e trasversale costituita da istanze separatiste provenienti tanto dal centrodestra quanto dal centrosinistra, con il fine non dichiarato di sbarazzarsi dei partiti minoritari.
L’italiano medio infatti è di questo che si dovrebbe preoccupare, non tanto delle nuove tasse, delle riforme (obbligate) del mercato del lavoro, dello stato (indotto) di terrorismo fiscale che sta caratterizzando questo periodo, quanto piuttosto di quale futuro scenario politico erediteremo tra 12 mesi dopo la fase di commissariamento del Paese.
Con che faccia, con che idee, con che propositi, con che istanze infatti si presenteranno davanti agli italiani i vari leader di partito per convincere la popolazione al nuovo passaggio di consegne. Dopo i primi trenta giorni del nuovo governo, in cui ogni italiano ha maledetto e  denigrato l’operato di Mario Monti (tasse, pensioni e risparmi), oggi a distanza di novanta giorni dal suo insediamento il sentiment popolare è inaspettatamente cambiato (se ne sono accorti proprio i partiti politici della vecchia guardia).
La maggior parte della popolazione, proprio per vedere finalmente cambiare la nazione, adesso è disposta (duramente) ad accettare sacrifici e rinunce, sapendo che questo produrrà benefici nel medio lungo termine, in particolar modo per le generazioni più giovani con un paese si spera più snello e dinamico in grado di attrarre e invogliare nuovi investimenti.
Mario Monti non è più il nemico del popolo come i primi giorni del suo mandato, anzi si inizia a percepire un sensibile mutamento dell’opinione pubblica, quasi un clima di speranza e fiducia rispetto alla rabbia e rassegnazione che prima si avvertiva in tutto il paese, consapevoli della strada a senso unico in cui ci aveva condotto una classe politica corrotta, mediocre ed incompetente.
Certo una minoranza della popolazione continua a odiarlo, percependolo come il rappresentante dei poteri forti e dei banchieri anglosassoni (fatto pacifico), ma si dimentica che in Italia cambiare e trasformare la nazione significa eliminare trattamenti di favore e protezione per milioni di italiani (con rapporti mafiosi ovunque dal piccolo comune di periferia al grande gruppo industriale quotato in Borsa Italia).
Pensate che nell’immaginario collettivo per trovare lavoro in questa paese serve ancora un protettore, un padrino, un galantuomo che sponsorizzi la candidatura. Un paese così si merita quanto sta accadendo ed il trattamento che qualcun altro gli ha pianificato.
Sapete, è ormai fuori dubbio che l’euro sia una delle principali cause della crisi del debito sovrano, in particolar modo i suoi scellerati rapporti di cambio con le precedenti divise nazionali hanno generato in oltre dieci anni notevoli scompensi soprattutto per i paesi periferici.
All’epoca in cui si studiava e si pianificava a Bruxelles il percorso di convergenza e unione monetaria, ogni paese con gli attributi inviava a rappresentarlo i suoi migliori economisti, analisti, monetaristi al fine di ottenere i maggiori vantaggi possibili da questa nuova moneta, oltre che difendere la propria economia e le proprie aspettative future. Mentre noi italiani chi inviavamo ? I soliti politici mediocri di questo o quel partito completamente  digiuni di economia e problematiche del mercato del lavoro, ma sapienti conoscitori e fruitori delle tessere di partito a geometria variabile.
Se avessimo spedito a rappresentarci tecnici ed economisti credibili ed autorevoli di certo oggi non ci troveremmo a maledire l’euro e le sue conseguenze. Continuo a ripeterlo, sin tanto che non si formerà una nuova classe dirigente per la finanza ed economia italiana, una classe apartitica ed apolitica, di Mario Monti e di altri come lui ce ne sarà sempre tanto bisogno.
Testo ripreso dal sito eugeniobenetazzo.com